19/11/08

L'efficacia dell'Onda, le commissioni di Camera e Senato chiedono alla Gelmini di fare dietro front

da Liberazione del 19 novembre

[sopra: lo spezzo del movimento studentesco pisano alla manifestazione del 14 novembre (foto Emiliano Dovico)]



di Gennaro Loffredo*

I pareri che le commissioni istruzione di Camera e Senato si apprestano a dare, quasi certamente favorevoli ma che passeranno a maggioranza, pare prevedano un sostanziale dietro front su alcune delle questioni che hanno fatto esplodere l'Onda(ta) di proteste in questi mesi. Questi i punti: nelle scuole dell'infanzia dovrebbe essere garantito l'orario obbligatorio per 40 ore (non più fino alle 12,30 come prevede il decreto) si suppone con due insegnanti (una/o al mattino una/o al pomeriggio); il maestro unico a 24 ore settimanali ci sarà ma in maniera residuale, ovvero solo lì dove viene richiesto dai genitori (nel decreto è il modello da preferire); il tempo pieno va garantito con due docenti per classe; resterebbe anche il tempo prolungato alle medie; chieste delle garanzie per gli insegnanti di lingua inglese che dovranno restare ad affiancare l'insegnante di classe; per le superiori, dovendo essere ridotti indirizzi ed orari (specie ai tecnici ed ai professionali) pare si chieda uno slittamento delle iscrizioni. Sembra ci sia una marcia in dietro anche sull'aumento degli alunni per classe. Si chiede di innalzare il numero medio e non più quello massimo, poiché quest'ultimo metterebbe a rischio la sicurezza degli alunni e dei docenti. Per quanto riguarda i disabili, dovrà essere garantito un docente di sostegno ogni due alunni. In merito agli Ata, bisognerà prestare attenzione a dove si opereranno i tagli; sarebbe bene non tagliare, per esempio, sui bidelli poiché potrebbero essere utilizzati anche per le pulizie, lavoro che oggi viene esternalizzato. Sarà d'accordo il ministro Tremonti? Francamente sono misure, anche se accolte, insufficienti, parziali e che non intaccano la gravità dei provvedimenti complessivi di questo governo. Non abbiamo alcuna garanzia in merito agli organici, per esempio; resta infatti da capire come questi provvedimenti saranno realizzati. E i precari? Comunque nulla di tutto questo sarebbe ovviamente accaduto se l'Onda non avesse aperto delle crepe. Anche il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione nella seduta di ieri ha espresso preoccupazione e dissenso per i provvedimenti del governo su scuola, università e ricerca. Intanto sul piano programmatico, in conferenza unificata stato/regioni, gli enti locali si spaccano: le regioni di centro sinistra continuano ad opporsi, quelle di centro destra votano a favore tranne la Sicilia che si è astenuta. L'Upi (Unione delle province) chiede alla ministra un tavolo di confronto. Esplodono le contraddizioni e questo solo grazie al Movimento. La lotta paga. In questi anni forse lo avevamo un po' dimenticato. O meglio. In molti hanno cercato di convincerci dicendo che in fondo ci si può accontentare anche del meno peggio. Non è così e l'Onda lo ha dimostrato e continua a farlo con le proteste e le proposte. Facciamone tesoro e continuiamo sulla strada intrapresa. Il 12 dicembre, sciopero generale indetto dalla Cgil, al quale hanno aderito anche i Cobas, la Cub e l'Sdl, è il prossimo, non ultimo, grande appuntamento. Noi ci saremo!
*responsabile Scuola e Formazione Prc-Se

08/11/08

DAL GOVERNO SOLO REPRESSIONE. SALVANO LE BANCHE E NON LE SCUOLE: QUESTA VOLTA IL RE E' NUDO.

Dichiarazione di Elisabetta Piccolotti
Portavoce nazionale dei Giovani Comunisti/e (PRC)


Quello di Berlusconi è un governo autoritario e antidemocratico, intenzionato a instaurare un vero e proprio stato di polizia contro il diritto democratico di tutti e tutte a manifestare il proprio dissenso. La reazione del governo contro migliaia di insegnati e studenti che in questi giorni stanno scendendo in piazza in tutta Italia è gravissima: pensare di mandare le forze dell'ordine nelle scuole e nelle università occupate è un delirio violento e repressivo.

Questa generazione non si farà rubare il futuro da un governo che pensa di imporre le proprie leggi con la forza: sarà il movimento per la libertà del sapere e della conoscenza a non retrocedere nemmeno di un millimetro, come dimostrano le tante azioni di conflitto che stanno prendendo corpo anche in queste ore in reazione alle dichiarazioni di Berlusconi. In movimento sono tutte le scuole e le università del paese, è una vera e propria insorgenza diffusa contro chi vuole fare il deserto della formazione e istruzione pubblica. Non lottano a difesa della formazione che c'è, lottano per trasformarla, progettano un futuro diverso per se stessi. Ci vorrebbero tutti precari,ignoranti, subordinati. Salvano le banche, ma dicono di non poter salvare le scuole: il re questa volta è nudo. Per questo queste mobilitazioni non si fermeranno di fronte a nessuna divisa, tantomeno di fronte a chi pensa di utilizzare il vecchio giochino dei 'buoni e cattivi'. Nelle occupazioni c'è l'intero mondo della conoscenza che lotta contro le sue leggi, Berlusconi farebbe meglio a prenderne atto, invece di progettare strategie repressive, sgomberando centri sociali, come ieri l'Horus di Roma, le occupazioni di scuole a Firenze, ed a ritirare immediatamente tutti i provvedimenti presi in questi mesi.

I Giovani Comunisti alla manifestazione dell'11 ottobre