31/12/08

Basta guerra: fermiamo il massacro di Gaza!

L'ultimo giorno di questo 2008, riprendiamo integralmente un post apparso ieri nella webpage nazionale dei Giovani Comunisti. Per informazioni sulle iniziative in Pisa, vi rimandiamo a www.rifondazionepisa.it.
Nella serata in cui consumeremo capitone e cotechini in compagnia, in cui rideremo coi nostri amici e festeggeremo l'arrivo del nuovo anno, proponiamoci di ricordare i quasi 300 (ad oggi) caduti di Gaza, sotto il fuoco delle armi israeliane. Perchè chi, come noi, ricerca l'Alternativa di società analizzando lo "stato di cose presenti" e contaminandosi col meglio delle culture critiche presenti sulla faccia del Pianeta, abbia sempre chiari i grandi problemi della Contemporaneità: la guerra, la fame, i conflitti sociali, le ragioni economiche, i sotterfugi politici.

Creiamo un Domani sostenibile, ma capiamo prima i problemi dell'Oggi.
Buon anno a tutti!

La situazione in queste ore nella striscia di Gaza è drammatica.
I bombardamenti su Gaza City hanno prodotto centinaia di morti in sole 24 ore.
Non possiamo rimanere in silenzio davanti a questa strage.
Il governo italiano in una sconcertante dichiarazione del ministro Frattini, invece che chiedere un cessate il fuoco e una tregua, riconosce ad Israele il diritto all'autodifesa e da di fatto il suo benestare al massacro che si sta compiendo.
Nelle prossime ore manifesteremo davanti alle prefetture e nelle piazze per esprimere la nostra solidarietà alle donne e agli uomini che in Palestina sono assediati dalla guerra e dalle violenze.
La cosa più terribile dopo i bombardamenti che sta subendo la popolazione civile è che il popolo palestinese venga lasciati solo anche dalla società civile internazionale.
Come Giovani Comunisti/e parteciperemo e sosterremo tutte le iniziative utili per chiedere con forza una tregua e la fine delle violenze.

Stop the bombs! Palestina libera!


12/12/08

IN ONDA - Lo Speciale di Liberazione del 12 dicembre

Pubblichiamo l'articolo dedicato ai fatti dell'Onda pisana, scritto per lo speciale di Liberazione del 12 dicembre, "In Onda". Il testo è stato curato dalle/i compagn* del Network Giovani (vedi link a lato), che ringraziamo per la gentile concessione.
Buona lettura!



L'inatteso è successo l'8 ottobre, quando a Pisa la prima assemblea sui tagli si è dovuta spostare in Piazza Cavalieri per poter ospitare le cinquemila persone giunte dai quattro angoli della città universitaria. Era una marea montante che annunciava l'onda.
Due settimane dopo quell'onda è arrivata: il 23 ottobre eravamo in ventimila , in un corteo che raccoglieva tutti i percorsi di mobilitazione che c'erano stati in città, universitari e studenteschi, di ricercatori, precari e dottorandi. Era infatti nata l'esperienza del Polo Carmignani Occupato con le decine di laboratori e gruppi di iniziativa, altri avevano aperto il ControCentro33 come presidio informativo stabile, contemporaneamente si svolgevano dibattiti e incontri, mentre precari e dottorandi si incontravano periodicamente nelle loro assemblee e le facoltà tutte erano in agitazione, ciascuna a suo modo. Così in migliaia da Pisa siamo andati a Roma il 14, 15 e 16 novembre , per darci respiro nazionale e contribuire alla soggettivazione di questo movimento.
Siamo tornati da Roma con degli appuntamenti nazionali e l'obiettivo comune di una grande mobilitazione generale e generalizzata per il 12 dicembre, ma il DL 180 si era improvvisamente inserito in agenda costringendoci a riportare il confronto su Pisa e in particolare sul governo del nostro ateneo. Pisa, infatti, figura tra gli atenei con il bilancio in rosso e sapevamo che sarebbero stati precari e studenti a pagare i tagli locali decisi per rientrare tra i virtuosi e beneficiare delle piccole e strumentali concessioni gelminiane.
L'appuntamento, quindi, era per il 25 novembre , data di approvazione del bilancio previsionale 2009 in CdA. Il Rettore e i docenti, che si erano dapprima mostrati non solo aperti ma, a parole, addirittura solidali con la protesta studentesca, serravano i ranghi ergendosi a tutori dello status quo, ovvero del loro stesso privilegio, ora che avevano gli strumenti finanziari per tutelarsi. Dopo avere rifiutato gli incontri pubblici di discussione del bilancio, Marco Pasquali decide di blindare il voto e, con una scelta che non ha precedenti, chiede alla digos e alla polizia di presidiare il rettorato.
Su questo scoglio l'onda si è abbattuta e infranta. Trenta celerini fronteggiavano trecento studenti . Il bilancio è stato approvato. Dobbiamo chiederci perché non c'erano più quelle masse irrappresentabili, e dov'erano. Certo, i ritmi dell'università riformata non consentono di tenere a lungo una mobilitazione, ma questa è una giustificazione parziale. Si pongono due problemi, entrambi relativi ai rapporti di potere. Da un lato i docenti strutturati non hanno sospeso la violenza formale che esercitano verso tutti i sottoposti e in particolare verso i precari. Dall'altro il limite degli studenti è stato di privilegiare la conflittualità, esterna e interna, a scapito dei risultati. Ciò si è tradotto in un fronteggiarsi tra gruppi che ha frammentato la mobilitazione, con la conseguenza che la gran massa degli studenti si è improvvisamente trovata priva di un referente unico. È venuta a mancare l'unità di intenti che, nella molteplicità di forme, aveva fatto sì che la critica e la resistenza fossero vissute e agite collettivamente. Per questo quei ventimila che sentivano la 133 come minaccia per il loro futuro non provano altrettanto verso le manovre di bilancio e non partecipano alla lotta contro il potere baronale che difende lo status quo.
Prendere coscienza di questi scogli deve spingerci a mettere al centro dell'immaginario sovversivo che stiamo costruendo la critica, condivisa, riflessiva e permanente, perché, per dirla con Bourdieu, « il migliore dei movimenti politici è destinato a fare cattiva scienza e, a termine, cattiva politica, se non riesce a trasformare le sue disposizioni sovversive in ispirazione critica - innanzi tutto di se stesso ».

Network Giovani - Pisa

11/12/08

Sciopero generale nazionale: NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!

Pubblichiamo il breve ma interessante testo dell'appello allo sciopero generale scritto dai compagni di Sinistra Per..., movimento studentesco dell'Università. Ricordiamo che lo sciopero, indetto dalla CGIL e da COBAS-SdL-CUB, vedrà una lunga serie di manifestazioni dislocate sul territorio nazionale, nelle città capoluogo. Lavoratori e precari difenderanno nella pubblica piazza i loro diritti, spesso e volentieri insieme agli studenti e a tutti coloro che hanno prodotto la gigantesca Onda che ha attraversato e contaminato l'Italia.
Per Pisa, l'appuntamento è alle ore 9 di venerdì 12 dicembre in PIAZZA SANT'ANTONIO, nella zona Stazione.
Tutte le compagne e tutti i compagni dei/lle Giovani Comunisti/e sono invitati a prender parte alla manifestazione, apportando il proprio prezioso contributo a tutto il movimento. Per ogni altra informazione potete contattare i nostri coordinatori, Antonio e Cristina, recandovi alla sede provinciale del PRC pisano, oppure con una email a gcpisa@gmail.com. Partecipate numerose/i!!!


In questo periodo di crisi economica e sociale, il paese ha urgente bisogno di un piano di riforme strutturali che rilancino il sistema economico produttivo, sostengano i redditi da lavoro e da pensione ed estendano le reti di protezione per i tanti che stanno perdendo il lavoro.

Le scelte del Governo, invece, si limitano a una serie di piccoli interventi di risparmio che rischiano di aggravarne l’emergenza.

Il mondo dell’Università è tra i settori più colpiti da questa politica di tagli. Le proteste degli ultimi mesi hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica la difficile situazione in cui esso versa. La forte riduzione delle risorse finanziarie e la mancata stabilizzazione dei precari che lavorano negli atenei italiani, minano le fondamenta del sistema dell’istruzione pubblica universitaria. Gli effetti di questi provvedimenti peseranno su ogni grado dell'Istruzione, negheranno a moltissimi l'accesso alla cultura e colpiranno anche le economie delle città universitarie come Pisa.

Di fronte a simili provvedimenti, tutte le diverse forze politiche e sociali hanno il dovere di opporsi. L’unione tra le categorie più colpite dalla crisi, tra studenti e lavoratori, è l’unica forma di dissenso efficace.

Pisa ha già dimostrato come, al di là delle differenze, si possa organizzare un tale momento.

Sinistra per… invita tutti a scendere in piazza a sostegno dello Sciopero Generale del 12 dicembre!

Per altre informazioni, www.no133pisa.blogspot.com

10/12/08

Documento finale dell'Assemblea Nazionale degli Studenti Medi...

Pubblichiamo il documento politico finale redatto all'Assemblea nazionale degli studenti medi, svoltasi a Pisa nei giorni 7 e 8 Dicembre, invitando al contempo tutt* i/le compagn* dei/lle Giovani Comunist* a ritrovarsi giorno 12 dicembre alle ore 9 in Piazza Sant'Antonio a Pisa: sosteniamo lo Sciopero Generale Nazionale delle forze del lavoro, del movimento sindacale. Uniamoci alle forze del lavoro e della precarietà attuale per difendere i nostri comuni diritti ed il nostro comune futuro!

Viviamo una crisi economica sistemica, dovuta all'implosione dell'economia capitalista, prodotta da banchieri, imprenditori, politici, mafie e speculatori che hanno investito su capitali ipotetici in realtà inesistenti. Questa grande crisi attuale colpisce tutti e ci viene fatta pagare in termini di tagli e privatizzazioni, negazioni di diritti, smantellamento del welfare e di politiche sociali. "Noi la crisi non la paghiamo" è lo slogan lanciato da scuole e facoltà in mobilitazione da mesi, e gridato adesso anche da tutti i soggetti sociali che la crisi non vogliono pagarla, dai precari ai migranti, dai pendolari ai lavoratori, dagli insegnanti agli occupanti di case.

In questi mesi l'Onda sta dimostrando di saper parlare linguaggi diversi, di essere uno studente come un professore, un precario come un genitore, ha mostrato a tutti come ribellarsi alla crisi sia possibile; per questo sentiamo la necessità di guardare oltre le scuole e le università. Il 12 dicembre sarà sciopero generale, un altro sciopero convocato anche grazie all'Onda, che ovviamente generalizzeremo, chiudendo le nostre scuole e scendendo in piazza, senza portare sterili solidarismi ai lavoratori, ma costruendo insieme ad essi una battaglia che è comune. Infatti, il nostro governo per uscire dalla crisi sta tentando di distruggere ogni senso di comunità sociale, mettendo individuo contro individuo, dirigendo la ricchezza dalle fasce sociali più basse all'alta finanza e nutrendosi allo stesso tempo di razzismo e xenofobia, fomentando una guerra tra poveri, nascosta sotto il nome di meritocrazia.

A questa atomizzazione della società noi rispondiamo nel senso inverso, valorizzando la forza dell'azione collettiva nazionale; oggi è solo l'unione di individui, capaci di autodeterminarsi collettivamente, che può opporsi con forza ed efficacia a questi attacchi indiscriminati. Il concetto di meritocrazia distorta si ripropone all'interno della scuola, dove serve a nascondere la selezione sociale; la stessa scuola già adesso risponde a logiche di discriminazione e disuguaglianza e tradisce la sua natura costituzionale, poiché, basandosi sulle logiche del profitto, si nega come strumento di emancipazione sociale. Gli otto miliardi di tagli della finanziaria all'istruzione, e la devastazione causata della legge Gelmini, hanno spianato il terreno e aperto le porte allo smantellamento completo dell'istruzione pubblica.

Il culmine di questo processo ora lo vediamo nella proposta di legge del deputato Aprea, presidente della commissione cultura della camera. Come per l'università, il completamento della privatizzazione dell'istruzione pubblica coincide con l'istituzione del regime di fondazione: la qualità dei percorsi di formazione sarà determinata dai finanziamenti degli enti privati esterni che attraverso questi acquisteranno un posto nel consiglio di amministrazione, l'organo che sostituisce il Consiglio d'Istituto e che diminuisce sensibilmente il livello di rappresentanza scolastica. La proposta Aprea parla di partner esterni affiliati alle scuole, sancendo definitivamente la vendita del sistema formativo alle logiche di mercato e di business. La proposta di legge comprende anche una ristrutturazione dell'ordinamento giuridico degli insegnanti, che impone un anno obbligatorio di precariato e la suddivisione in docenti iniziali, ordinari ed esperti.

L'uscita dal precariato ed il passaggio di livello è affidato al parere favorevole dei docenti esperti, figure di fatto analoghe ai baroni universitari. Questo comporta un'ulteriore verticalizzazione dell'intero sistema di educazione, a partire dal nuovo ruolo manageriale del preside, le cui funzioni arrivano fino alla contrattazione individuale con i singoli docenti. Come studenti abbiamo la necessità di attraversare queste logiche di verticalizzazione, costruendo dal basso la nostra autoriforma, partendo dalle pratiche quotidiane di autogestione e occupazione, di liberazione di spazi e tempi. L'autoriforma parte dalla rivalutazione del ruolo dello studente all'interno della scuola e della sua stessa formazione, per questo si basa sulla riappropriazione dei contenuti, anche attraverso la collaborazione studente-docente.

La cultura e il sapere critico della nostra autoriforma si contrappongono alla sterilità del nozionismo degli attuali programmi ministeriali. Per questo riteniamo fondamentale aprire la didattica ad una programmazione collettiva e condivisa, riscrivendo i programmi dal basso all'interno dei gruppi di materia, rendendo lo studente componente fondamentale ed attiva dell'istruzione e la scuola in grado di saper affrontare i mutamenti generazionali e sociali. Ad esempio una di queste evoluzioni è il meticciamento e la multietnicità. La cultura deve saper essere inclusiva e valorizzare l'eterogeneità culturale, rifiutando ogni tentativo di introduzione di razzismo, come per le classi ghetto.

La formazione deve essere accessibile a tutti, senza discriminazioni né per il colore della pelle, né per la possibilità economica: per questo dai libri di testo ai trasporti, dai teatri ai musei, l'accesso ai saperi deve essere gratuito e libero. E' evidente che per garantire tutto questo servono fondi, gli stessi fondi di cui l'istruzione, come la sanità e l'intero settore pubblico vengono continuamente privati, mentre basta un prete per farli saltare fuori (vedi concordato) e mentre vengono continuamente finanziate le spese militari. La scuola non deve pagare la crisi economica né in termini di finanziamenti, né tantomeno in termini di vite. La tragedia di Rivoli testimonia l'assurdità di anni di politiche di tagli e disinteresse nei confronti dell'edilizia scolastica. Non si può morire di scuola, non si può morire sul lavoro e non si può morire nelle piazze.

Gli stessi meccanismi di intimidazione e repressione che vediamo applicati nelle nostre città hanno raggiunto le peggiori conseguenze sabato scorso ad Atene, dove un ragazzo di 15 anni, Andreas, è stato ucciso dai colpi sparati da una camionetta di polizia durante un corteo in favore del diritto allo studio. Ad ogni meccanismo e strategia di tensione rispondiamo che non siamo noi ad avere paura. A dimostrare di averne sono i governi in crisi che, non sapendo più come gestire un qualcosa che gli è sfuggito dalle mani, un'onda in grado di travolgerli, sono pronti persino a sparare, a sguinzagliare i soliti utili idioti provocatori nelle piazze, a denunciare e sgomberare gli studenti che occupano. La loro debolezza non ci spaventa, le politiche securitarie non possono fermare il movimento di oggi come quello di ieri.

Per questo il 12 dicembre, nell'anniversario della strage di piazza Fontana del 1969, dedicheremo le nostre manifestazioni ad Andreas. e in questi giorni altre iniziative per denunciare la vergogna di questo omicidio e per chiedere giustizia. Stiamo lottando da anni in difesa della scuola pubblica e per la costruzione di un sistema formativo migliore e continuiamo adesso di fronte ai nuovi tentativi di svendita e di privatizzazione. In concomitanza con la discussione in parlamento della proposta di legge Aprea ci saranno giornate di autogestione, occupazione, blocco della didattica e nei giorni dell'approvazione una grande data di mobilitazione nazionale in ogni regione, che miriamo a condividere con una cittadinanza consapevole dei problemi della scuola, che riguardano l'intera società.

Assemblea Nazionale Studenti Medi

02/12/08

Uscire dalla crisi, unificare le lotte!

(Assemblea alla Facoltà di Lettere di Pisa - Foto Sinistra Per ...)

Il mondo della formazione e del lavoro verso lo sciopero generale e oltre


Pisa, giovedì 4 Dicembre 2008, ore 15.00
Auditorium Centro Maccarrone "La Stecca"
Via S. Pellico 6 - PISA


Organizzato con i gruppi consiliari Prc della Provincia di Pisa e della Regione, e col Comitato Politico Regionale, il laboratorio vuole essere un momento di preparazione collettiva allo sciopero generale del 12 dicembre indetto da FIOM, CGIL e COBAS.
Raccogliendo voci ed esperienze provenienti dai diversi territori della Toscana, intendiamo creare convergenze durevoli tra il mondo del lavoro e quello della formazione, entrambi duramente sotto attacco. Si tratta di costruire insieme strumenti di analisi e di azione politica adeguati, per reagire a una crisi che è, sempre più chiaramente, la crisi di un intero modello di società e di cultura.
Sono stati invitati a partecipare ai tavoli: studenti, ricercatori precari, dottorandi, docenti, personale tecnico-amministrativo delle università di Pisa, Firenze e Siena, della Scuola Normale Superiore, della Scuola Superiore Sant’Anna, del CNR ◊◊◊ Studenti e insegnanti delle scuole secondarie, genitori dei comitati per la scuola pubblica ◊◊◊ Lavoratori della Eaton (Carrara), della Delphi (Livorno), della Piaggio e dell’indotto (Pontedera), dei Cantieri navali di Viareggio, della Lucchini (Piombino), delle cooperative sociali ◊◊◊ Rappresentanti sindacali CGIL, FIOM, Cobas ◊◊◊ Iscritti, eletti e dirigenti del Prc.

Per la Federazione di Pisa
Federico Oliveri
Responsabile «Università e ricerca»



Programma dei lavori


ore 15.00 Introduzione

Ascanio Bernardeschi, capogruppo PRC, Consiglio provinciale di Pisa
Monica Sgherri, capogruppo PRC, Consiglio regionale della Toscana
Matar N’Diaye, presidente del Consiglio degli Stranieri della Provincia di Pisa *

Ore 15.30 Tavolo «Università e ricerca»

Modera e conclude:
Fabio De Nardis, PRC, responsabile nazionale università e ricerca

Ore 17.00 Tavolo «Scuola primaria e secondaria»

Modera e conclude:
Alberto Giorgi, PRC, responsabile regionale scuola

Ore 18.30 Tavolo «Industria e servizi»

Modera e conclude:
Roberta Fantozzi, PRC, responsabile nazionale lavoro e welfare

* In attesa di conferma

01/12/08

L'Assemblea Nazionale degli studenti Medi: a Pisa dal sabato 6 a lunedì 8 dicembre

Rilanciamo la convocazione dell'Assemblea Nazionale degli Studenti Medi, al Liceo Buonarroti di Pisa domenica 7 dicembre, auspicando la più alta e fattiva presenza possibile da parte di tutte/i. Buona lettura!


In seguito all’assemblea degli studenti medi, tenutasi il 15 novembre 2008 alla Sapienza di Roma (a cui hanno partecipato più di venti città italiane), gli studenti si sono riconvocati in una seconda Assemblea Nazionale che si terrà domenica 7 dicembre 2008 a Pisa. L’assemblea è stata convocata al fine di creare un momento realmente rappresentativo del Movimento Studentesco nelle scuole superiori. L'impegno, è evidente, che sarà di lunga durata; sarà necessario discutere tutti assieme circa le posizioni da assumere per le questioni più importanti che si presentano al Movimento: · bisogno di comunicazione e di coordinazione tra le varie realtà nazionali; · relazioni con le vertenze degli altri settori sociali colpiti dalla crisi: lavoratori, studenti universitari, occupanti di case, migranti, colpiti da una precarizzazione senza sconti, per organizzate coordinamenti a livello locale; · confronto nazionale sul concetto di "autoriforma" per poi lanciare in tutte le scuole tavoli di lavoro propositivi sul tema; · rilanciare su scala nazionale la giornata di venerdì 12 dicembre 2008, con lo sciopero generale , per avere un giorno di forte lotta e conflitto sociale.

La convocazione dell’Assemblea Nazionale è lanciata dal Coordinamento Cittadino di Pisa, ed è sottoscritta e appoggiata dai Coordinamenti Cittadini di: Roma, Milano,Torino, Bologna, Bari, Padova, Viareggio, Alessandria, Venezia e Livorno.

SVOLGIMENTO
Sabato 06/12: Ore 13:00 Occupazione Liceo Scientifico Filippo Buonarroti Pomeriggio: sistemazione spazi per accogliere le delegazioni
Domenica 07/12: Ore 10:00: inizio Assemblea Plenaria Ore 13:00: pausa pranzo Ore 14:00: rientro in assemblea Ore 16:00: chiusura Assemblea Plenaria Ore 17:00: apertura tavoli di lavoro: - Tavolo “Interazione e Mobilitazione” (come prendere contatto con le altre realtà in lotta e quali date indire per la mobilitazione nazionale) - Tavolo “Didattica” (passare dalla critica alla riforma alla proposta attiva) Sera: chiusura tavoli di lavoro
Lunedi 08/12: Ore 10:00: Seconda Assemblea Plenaria di resoconto dei tavoli e per redigere un documento unitario nazionale.


Per informazioni: Lorenzo: 3403698471 Lorenzo: 3381601623 Fabio: 3382830235