12/12/08

IN ONDA - Lo Speciale di Liberazione del 12 dicembre

Pubblichiamo l'articolo dedicato ai fatti dell'Onda pisana, scritto per lo speciale di Liberazione del 12 dicembre, "In Onda". Il testo è stato curato dalle/i compagn* del Network Giovani (vedi link a lato), che ringraziamo per la gentile concessione.
Buona lettura!



L'inatteso è successo l'8 ottobre, quando a Pisa la prima assemblea sui tagli si è dovuta spostare in Piazza Cavalieri per poter ospitare le cinquemila persone giunte dai quattro angoli della città universitaria. Era una marea montante che annunciava l'onda.
Due settimane dopo quell'onda è arrivata: il 23 ottobre eravamo in ventimila , in un corteo che raccoglieva tutti i percorsi di mobilitazione che c'erano stati in città, universitari e studenteschi, di ricercatori, precari e dottorandi. Era infatti nata l'esperienza del Polo Carmignani Occupato con le decine di laboratori e gruppi di iniziativa, altri avevano aperto il ControCentro33 come presidio informativo stabile, contemporaneamente si svolgevano dibattiti e incontri, mentre precari e dottorandi si incontravano periodicamente nelle loro assemblee e le facoltà tutte erano in agitazione, ciascuna a suo modo. Così in migliaia da Pisa siamo andati a Roma il 14, 15 e 16 novembre , per darci respiro nazionale e contribuire alla soggettivazione di questo movimento.
Siamo tornati da Roma con degli appuntamenti nazionali e l'obiettivo comune di una grande mobilitazione generale e generalizzata per il 12 dicembre, ma il DL 180 si era improvvisamente inserito in agenda costringendoci a riportare il confronto su Pisa e in particolare sul governo del nostro ateneo. Pisa, infatti, figura tra gli atenei con il bilancio in rosso e sapevamo che sarebbero stati precari e studenti a pagare i tagli locali decisi per rientrare tra i virtuosi e beneficiare delle piccole e strumentali concessioni gelminiane.
L'appuntamento, quindi, era per il 25 novembre , data di approvazione del bilancio previsionale 2009 in CdA. Il Rettore e i docenti, che si erano dapprima mostrati non solo aperti ma, a parole, addirittura solidali con la protesta studentesca, serravano i ranghi ergendosi a tutori dello status quo, ovvero del loro stesso privilegio, ora che avevano gli strumenti finanziari per tutelarsi. Dopo avere rifiutato gli incontri pubblici di discussione del bilancio, Marco Pasquali decide di blindare il voto e, con una scelta che non ha precedenti, chiede alla digos e alla polizia di presidiare il rettorato.
Su questo scoglio l'onda si è abbattuta e infranta. Trenta celerini fronteggiavano trecento studenti . Il bilancio è stato approvato. Dobbiamo chiederci perché non c'erano più quelle masse irrappresentabili, e dov'erano. Certo, i ritmi dell'università riformata non consentono di tenere a lungo una mobilitazione, ma questa è una giustificazione parziale. Si pongono due problemi, entrambi relativi ai rapporti di potere. Da un lato i docenti strutturati non hanno sospeso la violenza formale che esercitano verso tutti i sottoposti e in particolare verso i precari. Dall'altro il limite degli studenti è stato di privilegiare la conflittualità, esterna e interna, a scapito dei risultati. Ciò si è tradotto in un fronteggiarsi tra gruppi che ha frammentato la mobilitazione, con la conseguenza che la gran massa degli studenti si è improvvisamente trovata priva di un referente unico. È venuta a mancare l'unità di intenti che, nella molteplicità di forme, aveva fatto sì che la critica e la resistenza fossero vissute e agite collettivamente. Per questo quei ventimila che sentivano la 133 come minaccia per il loro futuro non provano altrettanto verso le manovre di bilancio e non partecipano alla lotta contro il potere baronale che difende lo status quo.
Prendere coscienza di questi scogli deve spingerci a mettere al centro dell'immaginario sovversivo che stiamo costruendo la critica, condivisa, riflessiva e permanente, perché, per dirla con Bourdieu, « il migliore dei movimenti politici è destinato a fare cattiva scienza e, a termine, cattiva politica, se non riesce a trasformare le sue disposizioni sovversive in ispirazione critica - innanzi tutto di se stesso ».

Network Giovani - Pisa

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